La nostra realtà
In che tipo di realtà viviamo? Sembra una domanda
trabocchetto, ma invece nasconde una riflessione che vale la pena affrontare.
Noi crediamo di avere il controllo, ma non è così, perché in
buona parte reagiamo passivamente a stimolazioni meccaniche. Se qualcuno avesse
la capacità di indurci a fare qualcosa, a reagire in modo condizionato, non
avrebbe forse un enorme potere sulle nostre vite? Purtroppo, è esattamente
quello che accade, perché la “schiavitù” che abbiamo nei confronti del mondo
“sensoriale” è così alta da renderci facilmente manipolabili.
Quello che viene chiamato “Sistema” è un oscuro meccanismo
che ci induce ad agire in modo irrazionale, ma che noi crediamo sia logico e
perfettamente sensato. Non sto parlando di qualche misteriosa organizzazione
mondiale, ma semplicemente di una logica evoluzione dei poteri economici,
politici, sociali; in accordo o in disaccordo che siano, quelli che siedono
nelle “stanze del potere” decidono delle nostre vite perché sanno, attraverso
studi approfonditi sulla psicologia dell’individuo e delle masse, come possiamo
essere pilotati.
Eppure, questo potrebbe cambiare.
Ci sono voluti secoli per arrivare a capire che il tempo è una dimensione del nostro universo fisico. Prima esso era considerato una percezione.
Noi sappiamo che la coscienza è un insieme di impulsi
elettrici creati dal nostro cervello. Il pensiero è la spinta attraverso la
quale siamo in grado di evolverci, ma in passato anche il pensiero e la
coscienza avevano subìto lo stesso trattamento del tempo.
Oggi siamo in grado di affermare, seppur nei limiti di una
conoscenza ancora ai primordi, che esistono vari stati di coscienza. La nostra
mente è un mistero fittissimo che piano piano stiamo dipanando e ciò porta con
sé possibilità che prima ci erano precluse.
Così come abbiamo scoperto che possono esistere più universi
“fisici”, così possiamo affermare che ci sono più dimensioni per la nostra
coscienza. La multidimensionalità potrebbe essere, in futuro, la vera
dimensione in cui muovere le nostre esistenze e quindi far fluire in un unico
amalgama, coeso e distinto, le essenze di ciò che siamo.
Come può essere possibile una simile transizione se quello che viviamo, oggi, è esattamente il contrario? È solamente un’ipotesi fantasiosa?
Ogni cosa nel nostro universo vibra a una data frequenza.
Tutto quanto. Persino in quello che noi chiamiamo Stato di Quiete un corpo non
è “fermo”, ma a livello subatomico è in continuo movimento. Ciò determina una
oscillazione che, seppur impercettibile a livello cosciente, unisce tutto
quello che esiste in un ininterrotto scambio di vibrazioni.
Purtroppo, la “schiavitù fisica” che abbiamo silenziosamente
accettato ci impone di credere solamente a ciò che possiamo vedere, sentire,
toccare, annusare, gustare, precludendoci la possibilità di fare quel salto
evolutivo necessario per giungere a un nuovo e più ampio stato esistenziale.
Nel corso della Storia qualcosa si era già mosso affinché la
conoscenza si ampliasse, arrivando fino a noi. Sciamanesimo e Nada Yoga sono un
esempio di come le armoniche del corpo umano (vibrazioni) possono essere
studiate mettendole in relazione con le onde tonali dell’universo in cui siamo
immersi. Questo crea uno Stato Vibrazionale estremamente armonioso, tale da
poter produrre un effetto di scambio.
Certo, cementati come siamo dal “qui e ora” e dal “vero e
falso”, dolorosi e sciocchi assoluti, fatichiamo a credere che queste cose
siano reali quanto il nostro lavoro, le bollette da pagare, la vita, la morte e
tutto quel che sta nel mezzo. Il Sistema ha indotto in noi una ossessione
terribile nei confronti del concetto “materiale” di esistenza e questo perché
individui assecondati sono più facili da controllare. Essi producono. E la
produzione è l’unica cosa che conta in un universo “a cinque sensi”.
Ma l’effetto di scambio di una comunità con coscienza
“multidimensionale” porterebbe le cose a cambiare radicalmente. Una società di
persone distinte, ma coese. Un insieme che agisce come un collettivo senza
perdere l’individualità di ognuno. Possibile o solo utopia?
Coscienza e
tecnologia, evoluzione a due velocità
Ci sono dei tipi di insetti, come le formiche, che ci
forniscono un bell’esempio di comportamento eusociale. La loro cooperazione è
alta e organizzata grazie al continuo scambio di informazioni tra gli individui
del formicaio. In un certo senso anche gli esseri umani si comportano allo
stesso modo, ma al contrario degli operosi imenotteri noi abbiamo l’individualità
come propulsore primario e questo porta l’ego a essere un pericoloso ago della
bilancia.
Come le formiche, noi adoperiamo ampiamente lo scambio di
informazioni. Come detto, spesso il fine di questo gesto è per un puro
interesse personale e troppo di rado per un beneficio della comunità in cui
siamo inseriti. Eppure, è innegabile che l’essere umano sia un animale sociale
e che dalla socialità tragga grandi vantaggi.
L’evoluzione tecnologica è quella che più di tutto ha
giovato dello scambio informativo, però ha lasciato indietro lo sviluppo di una
maggiore coscienza, sia individuale che collettiva.
Malgrado scienza e tecnica negli ultimi cento anni abbiano
fatto un pazzesco balzo in avanti tutto quello che riguarda la parte spirituale
e mentale è rimasta paurosamente indietro; siamo fondamentalmente ancora dei
bruti, dei violenti, mossi da passioni fortemente materiali e, ancora una
volta, schiavi di un mondo sensoriale che privilegiamo a scapito di tutto.
Nonostante il quadro generale sia piuttosto deludente,
esistono quelle che potremmo chiamare “celle di risveglio interiore”. Qua e là,
nel nostro mondo scosso e comandato dal Sistema, gruppi di persone hanno
iniziato un percorso alternativo, creando luoghi di raccolta (spesso virtuali,
grazie alla incredibile diffusione del web) dove si spiega perché non possiamo
essere legati solamente a questa realtà e quale senso abbia un movimento di
apertura verso stati di coscienza superiori.
A scanso di equivoci, non stiamo parlando di strane
affiliazioni come Scientology o di movimenti pseudo religiosi, ma di qualcosa
che ha come base la scienza.
Come abbiamo scritto, ogni cosa ha
una sua vibrazione. Anche il nostro comportamento ha una sua lunghezza d’onda. E
se a questo aggiungiamo una buona psicologia di base, quella comportamentale,
si può comprendere quanto possa essere semplice un passo in avanti.
Per esempio, se un giorno ci svegliamo innervositi i
nostri pensieri saranno quasi sicuramente negativi e vedremo tutto storto,
anche le cose che il giorno prima non lo erano; saremo nervosi, influenzando
negativamente anche chi ci sta attorno con il nostro comportamento.
Se invece ci svegliamo positivi tutto quello che prima era visto come negativo lo vedremo sotto un altro aspetto, cioè migliore, più armonico, influenzando le persone questa volta in maniera positiva.
In un certo senso possiamo dire che pensieri e atteggiamenti creano il mondo che percepiamo e che facciamo percepire.
Se invece ci svegliamo positivi tutto quello che prima era visto come negativo lo vedremo sotto un altro aspetto, cioè migliore, più armonico, influenzando le persone questa volta in maniera positiva.
In un certo senso possiamo dire che pensieri e atteggiamenti creano il mondo che percepiamo e che facciamo percepire.
C’è una legge, che si chiama Legge di Attrazione, che dice: “Ogni
cosa attrae altre cose che hanno lo stesso tipo di vibrazione, per cui noi, attraverso la forza di attrazione,
attiriamo nella nostra vita tutto ciò che ha la nostra stessa vibrazione.”
In una società impostata sull’impoverimento della nostra
parte interiore a favore del materialismo, del possesso, della prevaricazione,
del potere, non possiamo non notare che l’insorgenza di violenze e catastrofi
(umane e sociali) è la logica conseguenza.
Unione
per vincere la divisione
Osservando in modo distaccato la situazione del nostro mondo
si potrebbe pensare che gli esseri umani siano regrediti invece di evolversi.
Come se la parte dell’encefalo conosciuta come “rettiliana” avesse avuto il
sopravvento sullo sviluppo delle altre due (il sistema limbico e la
neocorteccia). Eppure, sappiamo bene che non è così. Di certo, un’importanza questa
parte del nostro cervello deve averla nello sviluppo attuale della società, ma
questo non ci deve indurre in un errore imperdonabile: credere che non si possa
mutare lo stato delle cose.
Attraverso un costante cambiamento delle nostre abitudini,
dei nostri atteggiamenti, vincendo quelle forzature imposte da una visione
ristretta prevista dal Sistema noi possiamo arrivare a cambiare. Avere un
comportamento positivo, attivo, propositivo ci può mettere all’interno di uno
stato vibrazionale di apertura, permettendoci di modificare, gradualmente,
anche chi, intorno a noi, tende ad avere un “movimento frequenziale” opposto.
Quindi, piegare la Legge di Attrazione per coinvolgere e attrarre anche chi si
sente respinto.
Potremmo, così, creare sempre più unità in un mondo che, per ora, appare sempre più diviso. Dovremmo farlo per noi e, soprattutto, per chi verrà dopo.
di Rolando Cimicchi e Sergio Tracchi