sabato 3 marzo 2018

Pronti...Si Vota! (E Tanti Auguri)




Signore e Signori: tra poco si vota!
Contenti? Trepidanti? Pronti al nuovo corso del paese?
C’è il nuovo che avanza e stavolta non ce ne sarà per nessuno!

(Mmm… No, così non va. Riproviamo).

Signore e Signori… Ci risiamo.
Il 4 marzo ci avvieremo alle urne per la replica della solita commedia italiana.

(Sì, così va molto meglio).

Cosa ci aspettiamo che esca dal voto prossimo venturo? Un leader nuovo, un governo stabile e forte, una ventata di idee fresche? Niente di tutto ciò, perché se è questo che pensiamo allora vuol proprio dire che abbiamo il cervello fulminato.

Dite che, buttata giù così, tanto varrebbe non andare a votare? Ecco, beh, così cattiva questa idea non mi sembra. Certo, sarebbe un bel segnale per i “culo-al-caldo” là in alto. Ma è abbastanza ovvio che, non solo non accadrà, ma ci sarà probabilmente un record di presenze. E parecchia colpa di ciò (afflusso super) se la deve accollare chi ha maramaldeggiato in cima nell’ultimo quinquennio. Quelle buffoncelle canaglie del Pd.

Altolà! Non cominciate subito con i cori da stadio. Perché io non sono schierato a destra, al centro, né a sinistra. Anzi, no, è una stronzata. Io sono schierato, altroché, ma così a sinistra che a Castro verrebbe un coccolone anche da morto.
In parole povere: non ho nessun partito che mi rappresenti. Almeno qui nell’italica penisola.

Bene, chiarito questo, andiamo avanti.

Quello che ci aspetta temo che non sia altro che la riproposizione di quanto accaduto nell’anno di dis-grazia 2013. Un’accozzaglia di voti buttati nel mezzo del ciarpame che chiamiamo Classe Politica (con le maiuscole solo per evidenziare).

Chi dovrebbe essere il vincitore? Renzi? Il bellino bellino che sa tutto lui e sembra la clonazione della maschera di cera di Arcore?
Appunto, “San Silvio”, l’unto del Signore che ritorna ogni volta, tipo l’influenza in inverno. A ottanta e virgola anni ancora non ne vuol sapere di togliersi dalle scatole e ritirarsi in una bella isola lontana lontana. Ma molto lontana.

C’è ancora chi crede alle parole di questo tizio, ma ciò che non capisco è: in base a cosa gli si dà ancora credito? In concreto, negli anni in cui hanno governato lui e la sua masnada di buffoni in cosa avrebbero migliorato il paese?

No, perché, suvvia, datevi una svegliata, volete raccontarmi che la situazione ora è peggiore solo per colpa dei “tecnici” e dei governucoli di centro-vomito-sinistra dell’ultimo quinquennio? Cos’è, prima eravamo una superpotenza economica e politica?

Bene bene, allora diamo il voto alla Lega Nord? A Salvini? Cioè, questo qui qualche anno fa prendeva per il culo i napoletani definendoli puzzoni e adesso dovrebbe guidare il governo? Cosa fa dopo, una legge per l’igiene dei partenopei?

Però, però…e se votassimo il Movimento 5 Stelle? Così, tanto per non dire poi che non le abbiamo provate tutte. Lo sapete vero che il buon Di Maio (a cui una rispolverata delle regole base di grammatica italiana non farebbe male…come a molti altri scalda-poltrone…) avrebbe in mente, se vince il suo partito, di fare una legge per il dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e l’abolizione dei loro vitalizi?

Cribbio! (Silviaccio docet) Anche solo per questo varrebbe la pena dargli una chance! Già, ma se poi mi combinano qualche casino, come la mettiamo? A Torino e a Roma, pur non volendo scaricare tutte le colpe sulle spalle delle Sindache elette (sindache…che caspita di parola…), non è che si sian visti tutti ‘sti miglioramenti. Anzi.

C’è anche da dire che i pentastellati non si sono distinti dagli altri, tra cambi di casacche e questioni poco chiare di soldi che avrebbero dovuto restituire per volontà costitutiva del partito.
Insomma, tutta questa fiducia non me la danno.

Ma chi votiamo, perdindirindina?!
La Meloni? Grasso? La Bonino?
Destra, sinistra, centro, pseudocentristi, più o meno destrorsi, sinistroidi di ritorno…minchia, che confusione.
Già, dimenticavo, abbiamo pure il rigurgito dell’ultra destra, quella di Forza Nuova e Casa Pound. Come dire, siamo nel 2018, facciamo un bel revival del ventennio fascista del secolo scorso e vaffanculo!

(Lo so, lo so…esondo.)

La situazione, se non fosse di per sé drammatica, è paradossale.

Tutti quanti, tutti!, non fanno che raccontarci che vogliono il bene del paese. Vogliono migliorare questo, quello, con le solite minestre riscaldate che abbiamo ascoltato per decenni.
Intanto, però, chi si becca il palo nel di dietro ogni maledetta volta è il cittadino. Cioè, NOI.

Cari coinquilini dell’italica penisola, non vi siete abbondantemente rotti i sonagli da riproduzione nel sentire la classica pantomima pre-elettorale?
Noi siamo tutti dei coglioni. Punto.
Lo so, non piace sentirselo dire, ma la verità fa male, soprattutto se supportata da fatti che sono inequivocabili.

Le leggi sul lavoro che sono state promulgate dai vari governi fanno letteralmente vomitare. Quei ricchi fantocci non fanno che parlare di ripresa e di impegno, ma intanto la tagliola economica sulle aziende ha messo col culo per terra un sacco di gente. E la colpa di chi è, nostra?!
E non solo i giovani, porca puzzola! Che qui si parla sempre di lavoro per i giovani, ma c’è un universo di gente tra i quaranta e i sessanta che non se lo fila nessuno! Cos’è, hanno la rogna, la peste, la lebbra?

E sapete perché non trova lavoro il poveretto che ha superato i quaranta? Per leggi sul costo del lavoro che, tra le altre cose, promuovono assunzioni con sgravi fiscali solo fino a 29 anni. Gli altri? Se ne vadano a morire in un angolo senza rompere.

E i tagli alla sanità?
Porca puttana, abbiamo una classe medica tra le migliori del mondo e un sistema sanitario atrofizzato. Costi fuori scala e tempi geologici per esami e prestazioni.
Gli aiuti alle famiglie in difficoltà, dove sono?
I soldi per risollevare le sorti delle popolazioni colpite dai vari terremoti, che fine hanno fatto?
Perché abbiamo i carburanti più cari dell’Unione Europea?
Che senso ha stanziare fondi per l’immigrazione quando non si fa lo stesso per gli autoctoni?
Dove sono gli incentivi per chi vuol fare dei figli? Cazzo, con quello che costa un bambino solo nei primi dieci anni ti ci compri un’automobile seminuova!

Vi sembra troppo? Santo cielo, noi andiamo a votare per tentare di migliorare la situazione, ma quello che abbiamo davanti è la SOLITA VECCHIA STORIA.
Lo avete capito, sì o no?

Siamo sommersi da slogan triti e ritriti.

Matteuccio dice che il Pd ha fatto delle riforme bellissime, Matteuccio2 dice che ne farà di più belle, Luigi (prestami un congiuntivo) dice che lavorerà per il bene dell’Italia, Pietro dice questo, Emma quell’altro, Giorgia si indigna, Silviuccio…va bè…e via così.

Slogan, puttanate che il giorno dopo il voto saranno belli e dimenticati.
Perché a questi qui, una volta seduti sulle poltrone, non frega un cazzo di noi. Noi, il popolo bue e scemo, facciamo gli scontri di piazza, ci accapigliamo per un simbolo, puntiamo il dito contro l’effetto senza considerare la causa!

Siamo stati governati da farabutti e domani sarà la stessa cosa.
NON-CAMBIERA’-UN-ACCIDENTE.

Quindi, belle gioie, cosa fare? Ditemelo voi, soprattutto quelli del “meglio questo di quello”, che notoriamente serve come il Pongo per costruire una casa.

Serve una sana e bella rivoluzione, ecco cosa. Serve che ci togliamo lo stucco dal cervello e ricominciamo a farlo funzionare. Senza lamenti, discorsi vuoti, cazzate razziste, populiste, finto-fasciste, comuniste post-mortem.

Come diceva mia nonna: attrezzi a terra e bona. Fattelo tu il lavoro!
In silenzio, un bel blocco delle attività e delle produzioni per una settimana. Sai che sventola là in alto!

No, vero? E vabbè, allora andiamo a votare…tanto, col cazzo che al peggio non c’è mai fine.
(Scommettiamo?)

Buon 4 marzo a tutti.