Signore e Signori: tra poco
si vota!
Contenti? Trepidanti? Pronti
al nuovo corso del paese?C’è il nuovo che avanza e stavolta non ce ne sarà per nessuno!
(Mmm… No, così non va. Riproviamo).
Signore e Signori… Ci
risiamo.
Il 4 marzo ci avvieremo alle
urne per la replica della solita commedia italiana.
(Sì, così va molto meglio).
Cosa ci aspettiamo che esca
dal voto prossimo venturo? Un leader nuovo, un governo stabile e forte, una
ventata di idee fresche? Niente di tutto ciò, perché se è questo che pensiamo
allora vuol proprio dire che abbiamo il cervello fulminato.
Dite che, buttata giù così,
tanto varrebbe non andare a votare? Ecco, beh, così cattiva questa idea non mi
sembra. Certo, sarebbe un bel segnale per i “culo-al-caldo” là in alto. Ma è
abbastanza ovvio che, non solo non accadrà, ma ci sarà probabilmente un record
di presenze. E parecchia colpa di ciò (afflusso super) se la deve accollare chi
ha maramaldeggiato in cima nell’ultimo quinquennio. Quelle buffoncelle canaglie
del Pd.
Altolà! Non cominciate subito con i cori da stadio. Perché io non sono schierato a destra, al centro, né a sinistra. Anzi, no, è una stronzata. Io sono schierato, altroché, ma così a sinistra che a Castro verrebbe un coccolone anche da morto.
In parole povere: non ho nessun partito che mi rappresenti. Almeno qui nell’italica penisola.
Bene, chiarito questo,
andiamo avanti.
Quello che ci aspetta temo
che non sia altro che la riproposizione di quanto accaduto nell’anno di
dis-grazia 2013. Un’accozzaglia di voti buttati nel mezzo del ciarpame che
chiamiamo Classe Politica (con le maiuscole solo per evidenziare).
Chi dovrebbe essere il
vincitore? Renzi? Il bellino bellino che sa tutto lui e sembra la clonazione
della maschera di cera di Arcore?
Appunto, “San Silvio”, l’unto
del Signore che ritorna ogni volta, tipo l’influenza in inverno. A ottanta e
virgola anni ancora non ne vuol sapere di togliersi dalle scatole e ritirarsi
in una bella isola lontana lontana. Ma molto lontana.
C’è ancora chi crede alle
parole di questo tizio, ma ciò che non capisco è: in base a cosa gli si dà
ancora credito? In concreto, negli anni in cui hanno governato lui e la sua
masnada di buffoni in cosa avrebbero migliorato il paese?
No, perché, suvvia, datevi
una svegliata, volete raccontarmi che la situazione ora è peggiore solo per
colpa dei “tecnici” e dei governucoli di centro-vomito-sinistra dell’ultimo
quinquennio? Cos’è, prima eravamo una superpotenza economica e politica?
Bene bene, allora diamo il
voto alla Lega Nord? A Salvini? Cioè, questo qui qualche anno fa prendeva per
il culo i napoletani definendoli puzzoni e adesso dovrebbe guidare il governo? Cosa
fa dopo, una legge per l’igiene dei partenopei?
Però, però…e se votassimo il
Movimento 5 Stelle? Così, tanto per non dire poi che non le abbiamo provate
tutte. Lo sapete vero che il buon Di Maio (a cui una rispolverata delle regole
base di grammatica italiana non farebbe male…come a molti altri scalda-poltrone…)
avrebbe in mente, se vince il suo partito, di fare una legge per il
dimezzamento degli stipendi dei parlamentari e l’abolizione dei loro vitalizi?
Cribbio! (Silviaccio docet)
Anche solo per questo varrebbe la pena dargli una chance! Già, ma se poi mi
combinano qualche casino, come la mettiamo? A Torino e a Roma, pur non volendo
scaricare tutte le colpe sulle spalle delle Sindache elette (sindache…che
caspita di parola…), non è che si sian visti tutti ‘sti miglioramenti. Anzi.
C’è anche da dire che i
pentastellati non si sono distinti dagli altri, tra cambi di casacche e
questioni poco chiare di soldi che avrebbero dovuto restituire per volontà
costitutiva del partito.
Insomma, tutta questa fiducia
non me la danno.
Ma chi votiamo,
perdindirindina?!
La Meloni? Grasso? La Bonino?
Destra, sinistra, centro, pseudocentristi, più o meno destrorsi, sinistroidi di ritorno…minchia, che confusione.
Già, dimenticavo, abbiamo pure il rigurgito dell’ultra destra, quella di Forza Nuova e Casa Pound. Come dire, siamo nel 2018, facciamo un bel revival del ventennio fascista del secolo scorso e vaffanculo!
(Lo so, lo so…esondo.)
La situazione, se non fosse
di per sé drammatica, è paradossale.
Tutti quanti, tutti!, non
fanno che raccontarci che vogliono il bene del paese. Vogliono migliorare
questo, quello, con le solite minestre riscaldate che abbiamo ascoltato per
decenni.
Intanto, però, chi si becca
il palo nel di dietro ogni maledetta volta è il cittadino. Cioè, NOI.
Cari coinquilini dell’italica
penisola, non vi siete abbondantemente rotti i sonagli da riproduzione nel
sentire la classica pantomima pre-elettorale?
Noi siamo tutti dei coglioni.
Punto. Lo so, non piace sentirselo dire, ma la verità fa male, soprattutto se supportata da fatti che sono inequivocabili.
Le leggi sul lavoro che sono
state promulgate dai vari governi fanno letteralmente vomitare. Quei ricchi
fantocci non fanno che parlare di ripresa e di impegno, ma intanto la tagliola
economica sulle aziende ha messo col culo per terra un sacco di gente. E la
colpa di chi è, nostra?!
E non solo i giovani, porca
puzzola! Che qui si parla sempre di lavoro per i giovani, ma c’è un universo di
gente tra i quaranta e i sessanta che non se lo fila nessuno! Cos’è, hanno la
rogna, la peste, la lebbra?
E sapete perché non trova
lavoro il poveretto che ha superato i quaranta? Per leggi sul costo del lavoro
che, tra le altre cose, promuovono assunzioni con sgravi fiscali solo fino a 29
anni. Gli altri? Se ne vadano a morire in un angolo senza rompere.
E i tagli alla sanità?
Porca puttana, abbiamo una
classe medica tra le migliori del mondo e un sistema sanitario atrofizzato. Costi
fuori scala e tempi geologici per esami e prestazioni. Gli aiuti alle famiglie in difficoltà, dove sono?
I soldi per risollevare le sorti delle popolazioni colpite dai vari terremoti, che fine hanno fatto?
Perché abbiamo i carburanti più cari dell’Unione Europea?
Che senso ha stanziare fondi per l’immigrazione quando non si fa lo stesso per gli autoctoni?
Dove sono gli incentivi per chi vuol fare dei figli? Cazzo, con quello che costa un bambino solo nei primi dieci anni ti ci compri un’automobile seminuova!
Vi sembra troppo? Santo cielo,
noi andiamo a votare per tentare di migliorare la situazione, ma quello che
abbiamo davanti è la SOLITA VECCHIA STORIA.
Lo avete capito, sì o no?
Lo avete capito, sì o no?
Siamo sommersi da slogan
triti e ritriti.
Matteuccio dice che il Pd ha
fatto delle riforme bellissime, Matteuccio2 dice che ne farà di più belle,
Luigi (prestami un congiuntivo) dice che lavorerà per il bene dell’Italia, Pietro
dice questo, Emma quell’altro, Giorgia si indigna, Silviuccio…va bè…e via così.
Slogan, puttanate che il
giorno dopo il voto saranno belli e dimenticati.
Perché a questi qui, una
volta seduti sulle poltrone, non frega un cazzo di noi. Noi, il popolo bue e
scemo, facciamo gli scontri di piazza, ci accapigliamo per un simbolo, puntiamo
il dito contro l’effetto senza considerare la causa!
Siamo stati governati da
farabutti e domani sarà la stessa cosa.
NON-CAMBIERA’-UN-ACCIDENTE.
Quindi, belle gioie, cosa
fare? Ditemelo voi, soprattutto quelli del “meglio questo di quello”, che
notoriamente serve come il Pongo per costruire una casa.
Serve una sana e bella
rivoluzione, ecco cosa. Serve che ci togliamo lo stucco dal cervello e
ricominciamo a farlo funzionare. Senza lamenti, discorsi vuoti, cazzate
razziste, populiste, finto-fasciste, comuniste post-mortem.
Come diceva mia nonna:
attrezzi a terra e bona. Fattelo tu il lavoro!
In silenzio, un bel blocco
delle attività e delle produzioni per una settimana. Sai che sventola là in
alto!
No, vero? E vabbè, allora
andiamo a votare…tanto, col cazzo che al peggio non c’è mai fine.
(Scommettiamo?)
Buon 4 marzo a tutti.
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