Il caso della banda del “sotto Mac” tiene banco e
occupa diverse pagine delle testate giornalistiche della città. Da quando è iniziata, questa
storia ha portato in superficie un sottomondo che da anni è in continua
crescita.
Subito sorge una domanda
automatica: cosa sta succedendo alla
gioventù di oggi?
La risposta è curiosa e anche
piuttosto amara: niente che non fosse
prevedibile.In una società immersa in un clima di continui conflitti, non era assolutamente pensabile che crescessero generazioni di giovani equilibrati ed educati.
Certo, non sono tutti così i ragazzi, ma il fatto stesso che esista un problema di portata superiore a un caso isolato dovrebbe indurre almeno a un paio di riflessioni.
Innanzitutto, va chiarito che
ciò che sta accadendo non è ad appannaggio del XXI secolo. Già trent’anni fa,
quando ero adolescente io, gruppetti di piccoli arrogantucoli erano presenti e
anche parecchio fastidiosi.
Ma c’era più controllo?
E c’era maggiore educazione?In senso generale, sì, ma scendendo nel particolare, no.
Negli ultimi trent’anni c’è
stata semplicemente una escalation continua nel distaccamento dalle norme
civili di comportamento e se un tempo si parlava di maleducazione, oggi il
tutto si è trasformato in qualcosa che non è possibile definire con una parola
sola.
È una deriva sociale
incontrollata, ma le cause possono essere analizzate facilmente.
Diamo un’occhiata, quindi.
È
il primo bacino in cui si assorbono
valori etici e comportamentali, e dove si possono cominciare a correggere le
storture provenienti dall’esterno.
Il “mestiere” del genitore
non è definito difficilissimo a caso, proprio perché si deve (o almeno si
dovrebbe) crescere al meglio la prole che si lascerà poi libera per il mondo.
I figli, soprattutto nell’infanzia,
sono degli straordinari recettori imitativi. Se avremo buoni e sani
comportamenti è possibile pensare che essi ne trarranno buoni insegnamenti.
Quindi, ovvio a dirsi, se saremo negativi la probabilità di far passare come
giusti comportamenti sbagliati è piuttosto alta.
Anche il lassismo, però, è
pericoloso: lasciar correre o soprassedere perché “sono bambini” non è
corretto. Serve equilibrio e serve disciplina.
Sì e No sono parole
importanti e altrettanto sono le spiegazioni ad esse associate.
È un altro, grande “macrosistema”
dove viene formata la prole. La scuola non consta solo di nozioni da imparare e
di strutture su cui costruire la propria cultura, ma anche una palestra dove si
insegnano e si conducono lezioni di comportamento.
Il rispetto, ad esempio,
dovrebbe nascere e svilupparsi proprio tra i banchi, attraverso l’influenza
correttiva ed educativa degli insegnanti. Rispetto non solo verso l’autorità,
ma anche verso sé stessi e verso i compagni.
La scuola dovrebbe essere
inflessibile, sì, ma anche duttile. Purtroppo, anche questo mestiere (questa
volta una vera Professione) non è per niente facile, anzi. Perché formare e
educare giovani menti è un percorso periglioso; non esistono soggetti uguali e,
come tali, risulta complesso adattare un sistema a gruppi tanto eterogenei. Ma
si è fatto, e bene, e si può continuare a fare e a migliorare.
L’attività sportiva, a mio
avviso, è fondamentale. Sia per i valori che può donare, sia per i risultati
che può ottenere.
Ogni sport, da quello
individuale a quello di squadra, contiene elementi per comprendere come è
necessario comportarsi anche oltre lo sport: nella vita.
Gli educatori sportivi sono
essenziali in questo, perché quando metti insieme gruppi di bambini/ragazzi è
necessario riuscire a essere tanto giusti e equilibrati quanto inflessibili e
didattici. Le regole sono importanti e il rispetto delle stesse (come nella
scuola) sono cardini fondamentali per la crescita individuale e nella
collettività.
Non è la prima volta che mi scaglio pesantemente contro la Società e in più di una occasione sono stato avversato e additato come disfattista.
In un mondo iperconnesso,
dove i ragazzi si immergono sin da piccoli (un tempo si indicava la televisione
come diseducativa), è facile osservare cosa e come possa influenzare le loro
menti in modo distorto.
Oggi lasciamo che i ragazzi
si interfaccino continuamente con qualcosa su cui, non solo non hanno controllo,
ma nemmeno discernimento; per loro è come un gioco, il più delle volte, ma l’influenza
nefasta di notizie, immagini e video sulla loro crescita è sotto gli occhi di
tutti. Non lo scopro io.
C’è troppo poco filtro e
questo, alla lunga, può portare un prezzo da pagare.
Altresì, quello che ho
indicato come “mondo di fuori” sta diventando sempre più fonte di pessimi
esempi (certo, ci sono anche quelli buoni, ma ci stiamo concentrando su altro).
La realtà che i bambini e i
ragazzi vedono e osservano non può non influenzarli e ciò è il prodotto che
noi, gli adulti, mettiamo costantemente sotto il loro naso.
Dalle invettive virulente per un parcheggio “scippato” alle proteste incivili contro un colore politico; dalla presa in giro, sottovoce, nei confronti della persona sovrappeso allo scherno pubblico per un altro orientamento sessuale.
Esempi, solo questo, ma
funzionali a comprendere quanta responsabilità ci sia, tra gli adulti, per come
e in che modo crescono e vengono interpretati dai giovanissimi i segnali che
arrivano loro.
Quando si leggono notizie di
genitori che inveiscono contro un insegnante perché il pargolo ha preso un
brutto voto ci si accorge che qualcosa, in questi anni, è andato storto.
Quando si leggono notizie di
insegnanti brutalizzati, derisi o minacciati dagli alunni, è facile comprendere
che c’è più di un semplice “qualcosa” che non torna.
Quando si vedono coppie
starsene in giro fino a tarda notte per bevute e bevutine con il figliolo
appresso, se non addirittura caduto nel sonno sul passeggino, si comprende che
il nostro sistema è entrato in stallo.
Quando genitori, dagli spalti
del campetto dove giocano i loro figli, urlano cose come “spaccalo”, “rompilo”,
“ammazzalo”, nei confronti dell’avversario, è ovvio che proprio non ci siamo.
Se famiglia, scuola e sport
entrano in un simile girone distorto dove valori, etica e comportamento civile
vengono buttati al macero che cosa volete che nasca da tutto questo? Perfetti esempi
per il futuro?
Tornando a bomba all’inizio…
La banda del Mac, le baby
gang, i gruppetti di bulli che fanno il bello e il cattivo tempo tra strada e
scuola non sono altro che i figli del nostro tempo.
Li abbiamo formati noi così e
solo noi possiamo iniziare un processo inverso per tentare di recuperare quello che, è evidente, è andato perso.
Purtroppo, come adulti, non
abbiamo così tanti buoni esempi da portare. Tra politica corrotta, economia
truffaldina, sport inquinato c’è poco da stare allegri. Però, insomma, qualche
cosa di buono c’è e non va ignorato, anzi, va esaltato, lucidato e messo bene
in vista.
La mia nonna diceva: se tutti
si buttano nel pozzo, ti ci butti anche tu?
Certo che no e la nonna ne
sapeva a pacchi.
Concludendo, a voi che avete
figli e li state crescendo: non lasciateli soli ad affrontare qualcosa che non
possono comprendere. La crescita ha bisogno di una guida e se voi stessi non
siete in grado di essere equilibrati, certo loro non possono sopperire a queste
mancanze.
Odio, inciviltà, maleducazione,
cattiveria sono pessimi concimi per avere piante dritte e svettanti verso il
futuro.
Servono leggi, certo, per arginare,
stigmatizzare e punire, ma soprattutto c’è bisogno di intelligenza e
lungimiranza. Con i figli e per i figli che avranno un giorno.
Rolando Cimicchi
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