martedì 17 aprile 2018

Le Baby Gang: I Perchè Di Questo Sottomondo




Il caso della banda del “sotto Mac” tiene banco e occupa diverse pagine delle testate giornalistiche della città. Da quando è iniziata, questa storia ha portato in superficie un sottomondo che da anni è in continua crescita.

Subito sorge una domanda automatica: cosa sta succedendo alla gioventù di oggi?
La risposta è curiosa e anche piuttosto amara: niente che non fosse prevedibile.


Passo a spiegare. (Il mio punto di vista, beninteso).

In una società immersa in un clima di continui conflitti, non era assolutamente pensabile che crescessero generazioni di giovani equilibrati ed educati.
Certo, non sono tutti così i ragazzi, ma il fatto stesso che esista un problema di portata superiore a un caso isolato dovrebbe indurre almeno a un paio di riflessioni.

Innanzitutto, va chiarito che ciò che sta accadendo non è ad appannaggio del XXI secolo. Già trent’anni fa, quando ero adolescente io, gruppetti di piccoli arrogantucoli erano presenti e anche parecchio fastidiosi.

Ma c’era più controllo?
E c’era maggiore educazione?
In senso generale, sì, ma scendendo nel particolare, no.

Negli ultimi trent’anni c’è stata semplicemente una escalation continua nel distaccamento dalle norme civili di comportamento e se un tempo si parlava di maleducazione, oggi il tutto si è trasformato in qualcosa che non è possibile definire con una parola sola.

È una deriva sociale incontrollata, ma le cause possono essere analizzate facilmente.

Diamo un’occhiata, quindi.


La famiglia.

È il primo bacino in cui si assorbono valori etici e comportamentali, e dove si possono cominciare a correggere le storture provenienti dall’esterno.
Il “mestiere” del genitore non è definito difficilissimo a caso, proprio perché si deve (o almeno si dovrebbe) crescere al meglio la prole che si lascerà poi libera per il mondo.

I figli, soprattutto nell’infanzia, sono degli straordinari recettori imitativi. Se avremo buoni e sani comportamenti è possibile pensare che essi ne trarranno buoni insegnamenti. Quindi, ovvio a dirsi, se saremo negativi la probabilità di far passare come giusti comportamenti sbagliati è piuttosto alta.

Anche il lassismo, però, è pericoloso: lasciar correre o soprassedere perché “sono bambini” non è corretto. Serve equilibrio e serve disciplina.

Sì e No sono parole importanti e altrettanto sono le spiegazioni ad esse associate.


La scuola.

È un altro, grande “macrosistema” dove viene formata la prole. La scuola non consta solo di nozioni da imparare e di strutture su cui costruire la propria cultura, ma anche una palestra dove si insegnano e si conducono lezioni di comportamento.

Il rispetto, ad esempio, dovrebbe nascere e svilupparsi proprio tra i banchi, attraverso l’influenza correttiva ed educativa degli insegnanti. Rispetto non solo verso l’autorità, ma anche verso sé stessi e verso i compagni.

La scuola dovrebbe essere inflessibile, sì, ma anche duttile. Purtroppo, anche questo mestiere (questa volta una vera Professione) non è per niente facile, anzi. Perché formare e educare giovani menti è un percorso periglioso; non esistono soggetti uguali e, come tali, risulta complesso adattare un sistema a gruppi tanto eterogenei. Ma si è fatto, e bene, e si può continuare a fare e a migliorare.


Lo sport.

L’attività sportiva, a mio avviso, è fondamentale. Sia per i valori che può donare, sia per i risultati che può ottenere.
Ogni sport, da quello individuale a quello di squadra, contiene elementi per comprendere come è necessario comportarsi anche oltre lo sport: nella vita.

Gli educatori sportivi sono essenziali in questo, perché quando metti insieme gruppi di bambini/ragazzi è necessario riuscire a essere tanto giusti e equilibrati quanto inflessibili e didattici. Le regole sono importanti e il rispetto delle stesse (come nella scuola) sono cardini fondamentali per la crescita individuale e nella collettività.


La società: i media e il mondo “di fuori”.

Non è la prima volta che mi scaglio pesantemente contro la Società e in più di una occasione sono stato avversato e additato come disfattista.

In un mondo iperconnesso, dove i ragazzi si immergono sin da piccoli (un tempo si indicava la televisione come diseducativa), è facile osservare cosa e come possa influenzare le loro menti in modo distorto.

Oggi lasciamo che i ragazzi si interfaccino continuamente con qualcosa su cui, non solo non hanno controllo, ma nemmeno discernimento; per loro è come un gioco, il più delle volte, ma l’influenza nefasta di notizie, immagini e video sulla loro crescita è sotto gli occhi di tutti. Non lo scopro io.

C’è troppo poco filtro e questo, alla lunga, può portare un prezzo da pagare.

Altresì, quello che ho indicato come “mondo di fuori” sta diventando sempre più fonte di pessimi esempi (certo, ci sono anche quelli buoni, ma ci stiamo concentrando su altro).

La realtà che i bambini e i ragazzi vedono e osservano non può non influenzarli e ciò è il prodotto che noi, gli adulti, mettiamo costantemente sotto il loro naso.

Dalle invettive virulente per un parcheggio “scippato” alle proteste incivili contro un colore politico; dalla presa in giro, sottovoce, nei confronti della persona sovrappeso allo scherno pubblico per un altro orientamento sessuale.

Esempi, solo questo, ma funzionali a comprendere quanta responsabilità ci sia, tra gli adulti, per come e in che modo crescono e vengono interpretati dai giovanissimi i segnali che arrivano loro.


I macrosistemi allo sbando.

Quando si leggono notizie di genitori che inveiscono contro un insegnante perché il pargolo ha preso un brutto voto ci si accorge che qualcosa, in questi anni, è andato storto.

Quando si leggono notizie di insegnanti brutalizzati, derisi o minacciati dagli alunni, è facile comprendere che c’è più di un semplice “qualcosa” che non torna.

Quando si vedono coppie starsene in giro fino a tarda notte per bevute e bevutine con il figliolo appresso, se non addirittura caduto nel sonno sul passeggino, si comprende che il nostro sistema è entrato in stallo.

Quando genitori, dagli spalti del campetto dove giocano i loro figli, urlano cose come “spaccalo”, “rompilo”, “ammazzalo”, nei confronti dell’avversario, è ovvio che proprio non ci siamo.

Se famiglia, scuola e sport entrano in un simile girone distorto dove valori, etica e comportamento civile vengono buttati al macero che cosa volete che nasca da tutto questo? Perfetti esempi per il futuro?


Ritorno e chiusura.

Tornando a bomba all’inizio…

La banda del Mac, le baby gang, i gruppetti di bulli che fanno il bello e il cattivo tempo tra strada e scuola non sono altro che i figli del nostro tempo.
Li abbiamo formati noi così e solo noi possiamo iniziare un processo inverso per tentare di recuperare quello che, è evidente, è andato perso.

Purtroppo, come adulti, non abbiamo così tanti buoni esempi da portare. Tra politica corrotta, economia truffaldina, sport inquinato c’è poco da stare allegri. Però, insomma, qualche cosa di buono c’è e non va ignorato, anzi, va esaltato, lucidato e messo bene in vista.

La mia nonna diceva: se tutti si buttano nel pozzo, ti ci butti anche tu?
Certo che no e la nonna ne sapeva a pacchi.

Concludendo, a voi che avete figli e li state crescendo: non lasciateli soli ad affrontare qualcosa che non possono comprendere. La crescita ha bisogno di una guida e se voi stessi non siete in grado di essere equilibrati, certo loro non possono sopperire a queste mancanze.

Odio, inciviltà, maleducazione, cattiveria sono pessimi concimi per avere piante dritte e svettanti verso il futuro.

Servono leggi, certo, per arginare, stigmatizzare e punire, ma soprattutto c’è bisogno di intelligenza e lungimiranza. Con i figli e per i figli che avranno un giorno.





 Rolando Cimicchi